Il Sefer Torà è un rotolo composto da tante pelli cucite insieme sostenute ai due estremi da due bastoni di legno. Esso contiene i primi cinque libri della Bibbia detti anche “I libri di Mosè”, con le storie dalla Genesi fino alla morte di Mosè.
La legge ebraica prevede che sia scritto a mano, con specifici inchiostri, su pelle appositamente conciata. Viene letto durante le preghiere pubbliche in presenza di almeno 10 uomini adulti, ma per essere utilizzato deve essere integro, in perfetto stato di conservazione e non deve essere cancellato o logorato nelle sue parti.
Nel Nord Italia sono presenti numerose Comunità Ebraiche, e nel a Biella ve ne si trova una che, pur possedendo un cospicuo numero di Sefarim, non ne ha nemmeno uno idoneo per uso cultuale – tutte le attività religiose devono essere programmate in collaborazione con le città vicine e contando sulla disponibilità di prestiti locali.
La Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus, in accordo con la Comunità locale, ha sottoposto tutti i Sefarim ad una verifica da parte del Presidente dell’Assemblea Rabbinica e da uno dei migliori Sofer (scriba/restauratori di Sefer Torà), per selezionarne il più adatto al restauro.
Il Sefer scelto dalle mani degli esperti è uno di grafia askenazita, scritto nel XIV° secolo e, che se fosse ripristinato al suo uso originario, si tratterebbe del più antico Sefer Torà in utilizzo in Italia.
Tesoro di inestimabile valore culturale, il contributo necessario per il restauro è elevato, in quanto comprende la pulitura delle pergamene dalla polvere accumulata; il restauro delle pergamene lacere; la cucitura delle pergamene scucite; il riempimento delle lettere che presentano cancellature fenditure dell’inchiostro anche minime (ha-nirà le-ain); il controllo di tutti i rattoppi (matlitim) effettuati nel corso degli anni e sostituzione di quelli che non si ritengono soddisfacenti ed infine il restauro di tutti i fori di tarli con pasta di pergamena e riempimento delle lettere spezzate.