Da Moked
È emozionato, il sofer Amedeo Spagnoletto, ed evidentemente fiero di raccontare la storia di quello che per tutta la conversazione chiama “il nostro Sefer Torah”: “Avevo già visto, quando sono andato la prima volta a fare una valutazione sul suo stato, che era antichissimo, ma avevo ipotizzato alla prima occhiata che fosse del XIV o dell’inizio del XV secolo, cosa che già lo rendeva molto prezioso. Anche altri Sifrè Torah di Biella hanno grande valore e una lunga storia ma questo, oltre alla datazione, ho subito visto che aveva delle caratteristiche che lo rendevano adatto a un recupero, ed ha la particolarità di essere composto da pergamene che sono tutte coeve, cosa molto rara perché spesso con l’uso qualcuna delle circa sessanta pergamene di cui è fatto un Sefer Torah si deteriora e viene sostituita. Tutto il rotolo, in questo caso, pur avendo subito diversi interventi di controllo, restauro e correzione ha la stessa origine. E durante il lungo tempo dedicato al suo restauro mi sono convinto che si trattasse di qualcosa di eccezionale, che andava valutato attentamente. Per me era diventata veramente una questione importantissima, e dato che ero assolutamente convinto del valore di quello che avevo per le mani ho insistito per fare una verifica della datazione del Sefer Torah con il Carbonio 14″. E aveva ragione: la risposta del direttore del Geochronology Laboratory dell’Università dell’Illinois, che è arrivata il primo marzo, colloca il Sefer Torah di Biella in una forbice di tempo compresa fra il 1223 e il 1271, con una datazione mediana del 1252. Per avere un riferimento si può ricordare che quello di Bologna, rinvenuto dal professor Mauro Perani nella Regia Biblioteca Universitaria alcuni anni fa e noto come il Sefer Torah più antico del mondo è stato datato, sempre tramite Carbonio 14, tra il 1155 e il 1225, ossia realizzato in una forbice di tempo parzialmente sovrapponibile con quello di Biella, che potrebbe anche essere più antico. Ma la differenza fondamentale, come spiega rav Spagnoletto, è che il Sefer Torah di Biella è il più antico in mani ebraiche, e soprattutto è il più antico Sefer Torah casher, e adatto all’uso per cui è nato: tra pochi giorni sarà presentato al pubblico nella piccola sinagoga di Biella da cui arriva e il 6 marzo dopo la cerimonia in una delle tante meravigliose sinagoghe del Piemonte sarà proprio il sofer che l’ha riportato alla vita a raccontarne la storia e spiegarne il valore. “Una cosa che per me è molto importante, al di là del suo valore storico e anche oggettivo – un Sefer Torah datato 1270 e di origini simili, ma con diverse pergamene di molto posteriori è stato battuto da Sotheby’s lo scorso dicembre per una cifra davvero notevole – è l’importanza simbolica. Una piccola sezione di una delle più piccole comunità ebraiche italiane possiede quello che possiamo senza alcun dubbio considerare uno dei beni culturali più antichi, di sicuro il più prezioso dell’ebraismo italiano, e non solo. Grazie anche a questo eccezionale ritrovamento siamo messi di fronte al fatto che i numeri davvero non sono importanti: ognuno di noi è fondamentale e ogni frammento anche minimo della minoranza ebraica italiana ha una storia di cui si può davvero essere fieri”. Ci sono voluti lunghi mesi perché Amedeo Spagnoletto riportasse il Sefer Torah in condizioni di essere usato, arrivando a produrre dell’inchiostro apposta, perché non ci fossero differenze troppo visibili rispetto ai caratteri originali, che appartengono alla tradizione ashkenazita medievale. Pelli conciate apposta, per non far risaltare troppo i rinforzi, e un lungo lavoro di correzione e riempimento delle lettere, con la cura e l’attenzione dovute anche alla necessità di non alterare in alcun modo la grafia del sofer originale. Impossibile determinare con precisione il luogo di origine, ovviamente, ma lo si può collocare in un triangolo compreso fra Alsazia, valli del Reno e Comunità ebraiche del centro – nord Italia, in un contesto culturale in cui erano attivi maestri come il Maharam da Rottenburg o Zidkiyah ben Abraham ha Rofé di Roma. Si tratta in un ambito molto diverso dal Sefer Torah di Bologna, che invece è di origini orientali o bizzantine. La piccola comuntà ebraica di Biella possiede ora un Sefer Torah preziosissimo e casher a cui Amedeo Spagnoletto, unico sofer in Italia ad averne scritto uno nuovo negli ultimi 150 anni ha lavorato per mesi, proprio per preparare il rientro festoso di domenica prossima, quando la Haknasat Sefer Torah riporterà nel piccolo bet ha-Keneseth da cui era partito molti mesi addietro un Sefer Torah unico, e preziosissimo.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(2 marzo 2016)