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Il consueto convegno annuale organizzato dalla Associazione italiana per lo studio del Giudaismo si è svolto tra Ravenna e Bologna dal 20 al 22 settembre ed ha visto la partecipazione di accademici e studiosi da ogni parte del mondo.
Due i principali temi su cui si è concentrata l’attenzione. I manoscritti di Qumran a settanta anni dalla loro scoperta e sui Sifre’ Torà, le loro caratteristiche paleografiche e codicologiche.
Oggetto delle interessanti relazioni dell’ultimo giorno sono stati i due rotoli scoperti in Italia di recente, considerati i più antichi Sifrè Torà completi. Quello di Bologna, conservato presso la biblioteca universitaria, di origine e fattura orientale datato attraverso il carbonio 14 alla fine del XII secolo e il pentateuco pergamenaceo di Biella, il cui restauro si è da poco concluso grazie all’intervento della Fondazione per i beni culturali ebraici, e le cui analisi agli isotopi radioattivi hanno messo in luce un origine risalente alla metà del XIII secolo e una area di produzione compresa fra il nord Italia, la Germania sud occidentale e la Francia orientale.
Gli studiosi hanno condiviso ipotesi e percorsi di ricerca ed hanno individuato ambiti di collaborazione fra gli istituti e le istituzioni che non tarderanno a dare interessanti frutti.