LaCulturaNonSiFerma. È il messaggio lanciato simultaneamente da sette musei ebraici italiani nel portare solidarietà alle vittime dell’attacco antisemita di Bruxelles e nel veicolare la cultura come forma più efficace di lotta all’odio e al pregiudizio. Una sfida che ha animato anche i social network con l’apposito hashtag #LaCulturaNonSiFerma e che arriva in risposta all’appello per una azie al vostro aiuto sarà possibile realizzarlo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani: “Momenti di apertura come questi – ha spiegato – sono molto importanti perché l’antisemitismo nasce dall’ignoranza e questa trova origine anche dalla separatezza. Il Meis è un luogo dello Stato, aperto a tutta la comunità civile ed è attraverso la sua presenza che saremo capaci di cambiare la società e promuovere la cultura”. Presenti all’evento, tra gli altri, il presidente della Comunità ebraica ferrarese Michele Sacerdoti, il rabbino capo Luciano Caro, l’assessore comunale alla Cultura Massimo Maisto e il suo omologo alla Regione Massimo Mezzetti
“L’apertura dei musei e nel nostro caso anche della sinagoga, e soprattutto la vostra partecipazione – ha commentato Sara Cividalli, presidente della Comunità ebraica di Firenze – è segno di solidarietà per il grave attentato di Bruxelles episodio condannato ufficialmente a nome di tutti gli ebrei italiani dal presidente Renzo Gattegna il cui richiamo ai principi ispiratori della Costituzione è ancora più forte nel momento in cui in Europa si riaffaccia l’antisemitismo e la xenofobia”. “Questa sera – ha proseguito Cividalli – i musei ebraici italiani si aprono alle città e alla partecipazione dei cittadini e siamo certi che il
messaggio sarà potente, un messaggio contro chi con questi vili attacchi vuole cancellare la memoria e la storia degli ebrei quale testimonianza di una minoranza, insieme a tutte le altre presenti in Europa”. Significativo in questo senso il lavoro svolto a Firenze dove, ha sottolineato Cividalli, la Comunità ebraica “è inestricabile dal contesto cittadino” e dove i momenti di condivisione di sono ad oggi molteplici, dalla Giornata Europea della Cultura Ebraica al Balagan Cafè e al neonato Festival dei bambini”. La presidente della Comunità fiorentina ha ringraziato la Fondazione per i Beni culturali ebraici in Italia, rappresentata per l’occasione dal vicepresidente Renzo Funaro, per aver lanciato l’appello all’apertura dei musei ebraici come risposta all’odio. Presente, tra gli altri, l’assessore del Comune di Firenze Cristina Giachi.
Porte aperte, scrive Michael Calimani, anche al Museo Ebraico di Venezia. In apertura Rav Avraham Dayan, vicerabbino di Venezia, dopo aver recitato alcuni salmi e il Kaddish, ha proceduto ad accendere una candela per commemorare le vittime dell’attentato di Bruxelles.
Il Consiglio della Comunità, presente all’apertura straordinaria, affiancato da Coopculture da anni impegnata nella gestione del museo, ha voluto così testimoniare, nel luogo di conservazione e diffusione della storia, della identità e della cultura ebraica, la profonda solidarietà alle vittime del crimine perpetrato e il suo impegno alla costruzione di un futuro in cui libertà, giustizia e pace siano effettivamente valori condivisi non più gravemente minacciati da attentati come quello occorso a Bruxelles: “È di particolare conforto – ha detto il presidente della Comunità Ebraica di Venezia, Paolo Gnignati – vedere che questa apertura ha trovato un’immediata risposta nelle autorità che rappresentano lo Stato, la Regione, il Comune, la Provincia. Siamo grati a tutti di essere qui e di portare il saluto delle diverse collettività a cui noi sentiamo di appartenere. Morire perché ebrei oggi è una ferita che la società non può tollerare. E’ un male che speravamo fosse superato, ma i cui germi sono ancora fra noi. Durante la mia visita a Vienna per l’inaugurazione della mostra sugli argenti della Comunità Ebraica di Venezia ho trovato particolare conforto nel riscontrare che gli oggetti liturgici ebraici possano essere esposti in un luogo dove in passato sarebbero stati distrutti. La stessa città da cui fuggì Karl Popper, filosofo ebreo che professava l’ingegneria sociale, il miglioramento della società giorno per giorno. Come afferma un noto detto ebraico “Noi non siamo tenuti a compiere l’opera, ma non possiamo sottrarci”.
Il presidente Gnignati ha dato notizia del messaggio inviato dalla presidente della Provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto che condividendo l’iniziativa, ha sottolineato come sia un gesto che avvicina tutti, membri della comunità ebraica, istituzioni, cittadini e giovani: “È un modo concreto per manifestare solidarietà alle famiglie delle vittime, colpite da un tragico lutto causato da un gesto crudele e assurdo, e che va condannato in modo unanime. L’apertura del Museo è anche un’opportunità in più, per coloro che non ne hanno avuto finora l’occasione, di conoscere da vicino una realtà culturale importante per Venezia e il territorio. Approfondire la conoscenza aiuta il dialogo e la comprensione, di cui oggi le istituzioni si fanno carico per costruire relazioni positive ai fini di una convivenza pacifica nel reciproco rispetto”.
Tra le autorità intervenute all’evento il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia – il prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia – il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni – il questore, Vincenzo Roca e il colonnello dei carabinieri, Giovanni Occhioni.
Siamo qui a testimoniare – ha affermato il sindaco Orsoni – la solidarietà della città di Venezia alla comunità ebraica che è Venezia, è una parte importante della nostra città e della nostra storia. Un attentato è una cosa orribile, ma per certi versi colpire un museo è ancora peggio, perché un attentato in un museo vuol colpire la storia di una comunità. E un attentato a Bruxelles vuole colpire la storia della stessa Europa, e il ricordo di tutti gli orrori che in Europa si sono compiuti a danno della comunità ebraica. A danno di tutti noi, a danno dell’umanità. Basta con le violenze, basta con questi orrori. Basta colpire gli ebrei. La comunità veneziana si sente colpita da quel che è successo, ed è per questo che io sono qui.
Dello stesso avviso il presidente della Regione Veneto Luca Zaia per cui vale sempre il motto che chi tocca un ebreo tocca ognuno di noi: “Per noi non esistono i veneti e gli ebrei, esistono i veneti nel totale rispetto dell’identità e della storia di ogni comunità. Coloro che hanno perpetrato questo vile attentato sono solo delinquenti che devono essere puniti. Ma la grande preoccupazione è per i giovani. Per l’informazione che corre l’ungo la rete, per l’antisemitismo che si respira e per la nuova corrente di negazionismo che lambisce molti giovani contro cui dobbiamo fare fronte comune”.
Sulle nuove ondate di antisemitismo e sul razzismo dilagante è intervenuto poi il Prefetto Domenico Cuttaia affermando che il senso di appartenenza alla repubblica non può prescindere assolutamente dall’avversione a qualsiasi forma di terrorismo a qualsiasi forma di odio razziale: “Il modo vile con cui si colpisce la comunità ebraica nel mondo è emblematico dell’esistenza di queste sacche di degenerazione umana. Oltre al cordoglio che esprimiamo dobbiamo assumere come simbolo il sacrificio di queste vittime per avere punti di riferimento concreti per perseguire individualmente e collettivamente l’obiettivo di affermare una società giusta in cui venga rispettata la dignità di tutte le persone”.
Da Questore e uomo di sicurezza il cordoglio e l’attenzione è massima: “Sono convinto – ha affermato Vincenzo Roca – che quest’odio profondo abbia bisogno di una risposta e la nostra risposta è che siamo qui, con il museo aperto, affermando che non si può toccare ancora il popolo ebraico”.